Trappist 1, “le magnifiche sette”
La Luna, Marte, Venere, le lune di Giove: nulla di tutto questo. L’annuncio della NASA, che ha avuto luogo mercoledì sera alle 19 ora italiana, dimostra come la realtà possa superare l’immaginazione. A circa 40 anni luce da noi è stato scoperto un sistema planetario molto simile al nostro Sistema Solare, con sette pianeti molto simili alla Terra.
La scoperta, opera di team internazionale e pubblicata su Nature, spiana la strada verso nuovi orizzonti in merito alla ricerca sugli esopianeti (letteralmente, i pianeti esterni al Sistema Solare) e sulla eventuale presenza di acqua, composto indispensabile per lo sviluppo di forme di vita.
Il sistema si chiama TRAPPIST 1, dal nome della stella intorno alla quale ruotano questi pianeti: una stella molto più fredda di quella del Sole (la sua temperatura superficiale si aggirerebbe, secondo gli studiosi, intorno ai 2400 °C) e più piccola (la massa è un decimo di quella del Sole). I sette pianeti individuati, come riferito dalla NASA, sono molto simili alla Terra. Tuttavia, di questi sette pianeti tre sono quelli che si trovano, per così dire, nella “fascia di abitabilità“, ossia che presentano le condizioni per la presenza di acqua liquida sulla loro superficie (e l’acqua liquida, come sappiamo, è un requisito indispensabile per lo sviluppo di forme di vita). La Terra, rispetto al Sole, nel nostro Sistema Solare è l’unica che si trova nella fascia di abitabilità.
Tornando a TRAPPIST 1, i tre pianeti più interni (denominati TRAPPIST 1 b, c, d) sono troppo vicini alla stella di riferimento, quindi secondo gli studiosi non potrebbero esserci le condizioni per lo sviluppo di forme di vita. TRAPPIST 1 e, f, g invece sono alla distanza ideale dalla stella, mentre TRAPPIST 1 h è troppo lontano. Tre, quindi, delle sette sorelle della Terra sono “candidabili” a ospitare forme di vita.
Forme di vita che sono state cercate dalla scienza e raccontate dalla fantascienza anche nel nostro Sistema Solare (la Luna, Marte per fare qualche esempio). Ma quanto tempo ci vorrebbe a raggiungere questi esopianeti?
Le distanze sono astronomiche e difficilmente immaginabili: un anno luce, ossia la distanza percorsa dalla luce (che si muove a circa 300mila km/sec) in un anno (anno terrestre) equivale a circa 9500 miliardi di km (per la precisione, 9461). Moltiplicato per 40 (gli anni luce che ci separano dal sistema TRAPPIST 1) otteniamo una distanza, in km, di 378440 miliardi. Se fossimo in grado di muoverci alla velocità della luce (ma questo significherebbe quasi viaggiare nel tempo e si parlerebbe davvero di scienza quasi di confine), ci vorrebbero all’incirca appunto 40 anni terrestri per raggiungere TRAPPIST 1 e altri 40 per tornare eventualmente indietro (muovendoci, però, alla velocità della luce). La ricerca continua.
Redazione CliccaSalerno
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